Basilica pontificia di Santa Maria della Pace.
La cattedrale di Santa Maria della Pace è la prova tangibile dell’enorme sforzo collettivo e il lascito maggiore che i nostri antenati sono riusciti a tramandare, denominata il “Monte tra i monti” proprio per la sua importanza e imponenza.
L’opera strutturale si lega al tempio sacro in un mix tra sacralità e impresa rivoluzionaria, sia dal punto di vista ingegneristico-architettonico sia per la concezione dello stabile stesso, essa, infatti, è parte di un complesso a tre livelli dove, in ordinare crescente, sono presenti l’antico cimitero cittadino, il Succorpo, la chiesa di Monte dei Morti - Beata Vergine del Carmelo e la cattedrale stessa.
Fu edificata su una parte della vecchia collegiata medievale di Santa Maria della Giudeca, (chiesa documentata per la prima volta in uno strumento del 1112), a ridosso del percorso del fiume Tenza, nel primordiale quartiere omonimo della Giudeca uno dei primi a sorgere nell’antico abitato.
La sua edificazione fu voluta grazie all’intercessione del nobile campagnese Melchiorre Guerriero, Conte Palatino, Abbreviatore del Regno di Napoli e Maestro dei Brevi Pontifici durante il pontificato dei papi appartenenti alla casata De’ Medici, Leone X e Clemente VII, il quale grazie alla sua amicizia con il feudatario dell’epoca, il duca Ferdinando Orsini, fece appello ai pontefici per riconoscere a Campagna rispettivamente il titolo di Città nel 1518 e l’istituzione della Diocesi nel 1525 e per questo, l’edificio fu pensato come simbolo che potesse rappresentare degnamente i titoli appena acquisiti.
I lavori però, ebbero inizio solo nel 1564 secondo le linee guide post-rinascimentali dell’epoca, da lì iniziò una lunghissima trafila, composta da sacrifici sia in termini economici che sociali, infatti, i lavori, almeno degli interni, saranno ultimati “solo” un secolo più tardi, precisamente nel 1683, anno della sua consacrazione.
Alcuni storici locali asseriscono che per la posa delle prime pietre furono utilizzati materiali di epoca romana ritrovati sul territorio.
Per l’ultimazione definitiva e quindi anche degli esterni e degli abbellimenti, ci vollero altrettanti anni, per alcuni solo nel 1750 la cattedrale fu ultimata e consegnata alla storia.
Termini che a noi stanno un pò stretti, infatti possiamo tranquillamente definire il Tempio in continuo rifacimento se si calcolano i numerosissimi interventi che ha dovuti subire nel corso dei secoli. Ultimi quelli di ristrutturazione post sisma del 1980, ma di questo ne parleremo in seguito.
Gli interni si presentano a croce latina con tre navate e un campanile, che si innalza maestoso con la sua copertura a “cipolla”. La facciata è in stile rinascimentale, con tre ingressi e ampi finestroni, sormontata da timpani triangolari e semicircolari.
A seguito delle direttive congiunte nel Concilio Ecumenico Vaticano II del 1962 (dove il Segretario era l’allora vescovo di Campagna Jolando Nuzzi) gli arredamenti si presentano in maniera semplice (in totale controtendenza che lo stile che si manifestava fino agli inizi degli anni ‘60); nel presbiterio sono situati l'altare maggiore, realizzato da S. Chirola nel 1772, il crocifisso ligneo del 1768, l'ambone e la sede del vescovo. Negli altri ambienti vi sono il pulpito in preziosi marmi policromi del XVIII secolo e l'organo a canne del 1759.
Varie sono anche le tele che la adornano, in sequenza troveremo:
• Santa Maria della Pace (statua in pietra del XV secolo);
• Madonna della Pace (tela del XVIII secolo);
• Natività della Vergine (tela del XVIII secolo);
• Martirio di San Pietro e San Paolo (tela del XVIII secolo);
• La cena di Emmaus (tela del XVIII secolo);
• Santa Maria Domenica (tela del XVIII secolo);
• La Presentazione al Tempio (tela);
• Sant'Antonino con San Catello (tela);
• San Carlo Borromeo (tela);
• Sant'Apollinare (tela);
• San Francesco da Paola (tela);
• Incoronazione della Madonna d'Avigliano, (tela del XIX secolo);
• Diluvio Universale, affresco del 1881 (tela del XIX secolo);
Nel 1800 mons. Salvatore Nappi, volle decorare l’interno della cattedrale in stile tardo barocco, affidando l’opera all’artista bolognese Rinaldo Casanova. Nel marzo del 1925, grazie all’instancabile lavoro e la grande passione di mons. Carmine Cesarano, vescovo di campagna, papa Pio XI la elevò alla dignità di Basilica Pontificia (basilica minore).
Nel piano inferiore oltre alla sopracitata chiesa dedicata alla Beata Vergine del Carmelo e all’antico cimitero cittadino, troviamo la Cripta. I lavori di costruzione iniziarono il 1º giugno 1564 e terminarono nel 1642.
Pensata inizialmente come nuova cattedrale che prendesse il posto della sopracitata chiesa medievale, per la sua costruzione fu deviato il corso del fiume Tenza e furono adoperati materiale in pietra proveniente da edifici abbandonati nelle pianure costeggianti il fiume Sele del territorio campagnese, attualmente in ristrutturazione, si presenta con un ambiente a croce latina in cui risaltano l'altare in pietra locale e la balaustra ambedue del 1600 e il monumento funebre di Benedetto Tercasio, notabile campagnese. Lavori di manutenzione e restauro si sono succeduti negli anni, i principali e i più recenti sono sicuramente quelli del secondo dopoguerra e quelli resosi necessari dopo esserne uscita gravemente danneggiata durante il sisma del 1980, fu sottoposta ad un lungo periodo di restauro, conclusosi nell’anno giubilare del 1999.
Testo a cura di Cristian Viglione.
Bibliografia consultata:
• Gelsomino D'Ambrosio (e AA.VV.), Scheda "Campagna", Salerno 1985 - Ristampata e aggiornata nel 1996, Edizioni 10/17, Salerno 1996.Il
• Calendanno: Campagna un anno ricco di storia, Valentino Izzo - 2000
• Valentino Izzo - Raccontare Campagna...La Cattedrale. - VOL. G - 2007