Chiesa della Madonna del Ponte.

È intorno al 1500 che prende vita la storia della chiesa della Madonna del Ponte.
Attigua ad un molino, qui c’era la locanda di Iano, mugnaio del posto, documentata già verso la fine dell'anno 1000. Nasceva sulla strada, importante e trafficata per l'epoca, univa le vie di Campania, Puglia e Basilicata (motivo per cui ancora oggi viene chiamata "Vecchia Matera".) e, in un certo qual modo, obbligava al transito soprattutto mezzi dediti ai vari commerci, in particolare quelli dedicati al grano.
Nel 1509 si verificò un accadimento che da lì a poco cambiò radicalmente e per sempre le sorti di quel posto; un miracolo vero e proprio. Si narra, infatti, che i buoi trainanti un carro in transito sul ponte adiacente la chiesa impazzirono - probabilmente spaventati da qualcosa – facendo perdere il controllo al guidatore e precipitando nel burrone sottostante. Iano, testimone dell'accaduto, accorse sul posto mentre invocava la Madonna delle Grazie affinché salvasse la vita al malcapitato.
Quest’ultimo ne uscì miracolosamente illeso. Poco dopo la voce si sparse sino ad arrivare all'attenzione dei frati francescani del convento della Madonna d'Avigliano, i quali giunsero sul posto per accertarsi personalmente dell'accaduto verificandone la veridicità.
Stupiti come tutti, suggerirono al mugnaio di dipingere la sacra effige sul muro esterno del mulino così che i viandanti in sosta nelle vicinanze della locanda avrebbero potuto dedicare delle preghiere. Iano, non abile nella nobile arte della pittura, propose ai monaci di eseguire quanto detto. Dal quel momento nacque il nome della Madonna del Ponte.
Da quel momento quel luogo divenne sede di manifestazioni di fede e i prodigi non mancarono mai. Ne è un esempio l’episodio del 1607 quando la locanda che era stata di Iano fu accerchiata da soldati spagnoli messi in allarme dalla presenza di briganti della banda Belolla 1.
Questi iniziarono una violenta sparatoria che fece scaturire un incendio e crollare l'intera struttura tranne la parte muraria dove era rappresentata la Santa Vergine che ne uscì indenne alle fiamme.
Ancora nel 1694, a seguito di un forte terremoto, si verificò il crollo dei muri della struttura e anche questa volta il muro interessato alla Madonna rimase miracolosamente in piedi e senza nessun danno.
Tutti questi accadimenti portarono alla presa di coscienza che il dipinto andasse protetto: nel 1773 ci fu una primitiva edificazione di un'edicola votiva e, dopo l'ennesima ricostruzione della locanda, la parte del muro interessata fu inglobata ad essa così da garantirgli maggiore protezione. La nuova chiesetta però si presentava con spazi molto ristretti e non consoni da poter permettere una degna preghiera ai tanti pellegrini e viandanti del quel luogo. Fu così, allora, che le autorità religiose decisero di fabbricarne una più grande leggermente più sopra, eretta "riproducendo" la pianta, il disegno e gli spazi della cattedrale di Santa Maria della Pace, posta nell'antico centro abitato.
Ancora oggi la similitudine è rimasta inalterata. Per la direzione dei lavori fu scelto il campagnese Mariano Cuocolo 2, così come lo si può evincere ancora oggi scorgendo la scritta dinanzi al portone centrale. Egli avendo lavorato nel cantiere della Cattedrale e all'arredo ligneo della chiesa di Monte dei Morti, decise di porre in essere quanto di magnifico fu fatto dell'odierno Centro Storico.
Vista la sacralità e l'importanza del posto, molte associazioni religiose e tanti cittadini accorsero fattivamente alla realizzazione di questo nuovo progetto; due esempi su tutti sono la Confraternita del SS. Nome di Dio - la quale dispose un taglio di alberi in una sua proprietà li vicino per fornire i tronchi atti a cuocere la calce per utile alla fabbricazione - e la famiglia Pironti, ultima feudataria di Campagna che cedette il suolo gratuitamente.
Dopo tredici mesi di incessante lavoro, nell'aprile del 1775 venne inaugurato il Sacro Tempio. Il 16 febbraio 1807, il re Giuseppe Bonaparte in visita a Puglietta - zona scelta per un presidio dell'esercito francese - fece sosta nella stessa locanda che secoli prima era del mugnaio Iano.
Dal 1818 la chiesa iniziò a dipendere dal Capitolo Cattedrale, il quale inviava un sacerdote una volta a settimana per svolgere le funzioni religiose, alternandosi spesso con i monaci del santuario della Madonna d'Avigliano, da sempre legati a questo posto.
La presenza in pianta stabile di un sacerdote si ebbe solo nel 1959, quando Mons. Palatucci decise di erigere la parrocchia della Madonna del Ponte con grande gioia delle persone del posto. Tra i beni artistici ancora presenti nella chiesa c'è l'altare maggiore in marmi policromi realizzato da artisti locali nel 1782 per volere della famiglia Pironti. La chiesa oggi si presenta in perfette condizioni grazie alla gente del posto e solerzia, la fede e la passione del compianto Don Antonio Pantuliano.
Testo a cura di Cristian Viglione.
Revisioni: Francesco Pezzuti.


BIBLIOGRAFIA:
1. Valentino Izzo - Raccontare Campagna...Le fabbriche religiose. - VOL. M - pag. 135 - anno 2004
2. Valentino Izzo - Raccontare Campagna...Le fabbriche religiose. - VOL. M - pag. 136 - anno 2004

 

 

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