Frà Giovanni Battista Visco.
Nacque a Campagna all'inizio del XVII secolo da una famiglia borghese e fin da subito entrò nel convento francescano della Madonna d'Avigliano ove diventò frate.
Dotato di grande cultura, assunse presto cariche importanti sia a livello provinciale che nazionale, ricoprendo il ruolo di Segretario Generale dell'ordine francescano. Nel 1631 fu nominato Direttore Generale dei Francescani nel congresso tenutosi a Toledo, svoltosi con grandi difficoltà vista l'epidemia di peste diffusasi in quegli anni. Nel 1639, terminati i due trienni di mandato come Generale, carico di onori e di imprese compiute, fu nominato vescovo di Reggio Calabria e, vista la fama di cui godeva, divenne vescovo anche di altre numerose città spagnole. Questa ascesa comportò addirittura la convocazione alla corte del re asburgico Filippo IV, il quale fin da subito ne apprezzò le sue qualità umane e culturali, ammirando profondamente il suo carattere forte e fiero.
Durante una conversazione tra il re di Spagna e suo figlio Carlo, l’erede al trono - notando i vestiti poco “reali” del frate - chiese al padre come mai un potente monarca stesse parlando con uno “straccione”. Il re, indicandogli Fra Visco, rispose che al di la delle apparenze aveva di fronte un uomo potente e che avrebbe fatto bene ad onorarlo e ricordarsi di lui una volta salito al trono, poiché come Generale dei Francescani egli era al di sopra di ogni sovrano e gli sarebbero bastati due terzi dei circa ottantamila conventi sparsi in tutto il mondo per formare un esercito temibile da chiunque.
Continuo elogiando Giovanni Battista Visco asserendo che donò a Campagna, il 16 agosto 1636, una reliquia in suo possesso: il teschio della vergine martire Santa Apalia, posta nel sedile di San Berardino e presente in piazza Melchiorre Guerriero fino alla metà del secolo scorso.
Morì a Pozzuoli il 15 novembre del 1660, dopo la nomina di vescovo per sua richiesta.
Testo a cura di Cristian Viglione.
Revisioni: Francesco Pezzuti.