Isabella d'Apia
Le sconfitte di Manfredi a Benevento nel 1266 e di Corradino a Tagliacozzo nel 1268, posero fine al regno di Federico II di Svevia consegnando di fatto la vittoria e l’incoronazione a Carlo I d’Angiò. Molte conseguenze socio-politiche ne derivarono, una delle quali, fu l’insediamento nella feudalità nel Regno di Sicilia di cavalieri francesi usciti vittoriosi dalla guerra a seguito del nuovo sovrano; Ed è proprio ad uno dei cavalieri, Jean D’Eppes, al secolo Giovanni d’Apia, fu affidato il feudo di Campagna, grazie al quale si ebbero le prime notizie dell’abitato in epoca angioina.
Il consigliere militare di re Carlo, ottenne la concessione di Campagna. C’è da dire che l’effettivo insediamento si ebbe solo a cavallo tra il 1273-1274, in quanto, il d’Apia, fu protagonista della vittoriosa crociata contro Tunisi voluta dal sovrano francese Luigi IX, nella quale, il corazzato, fu inviato per le sue eccellenti doti militari. La reggenza di Campagna nel frattempo si era subalternata a vari Signori, uno su tutto al conte Roberto, genero del re di Fiandra. Uscito vittorioso dalle battaglie tunisine e, dopo che svolse con rigore altri compiti assegnati, come il controllo e la mediazione di svariati territori, fece il suo ingresso a Campagna prendendone pieno possesso.
Il cavaliere angioino, passò svariati anni nella nostra Città, amministrò e disciplinò norme feudali, come il diritto di pascolo, regolamentò i commerci e vigilò il territorio contro le rivolte aragonesi.
A lui vanno meriti concreti, come i primi ampliamenti del già fortificato Castello Gerione, la salvaguardia e il mantenimento della primordiale cappella di Santa Maria d’Avigliano.
Alla sua morte nel 1293, gli successe come erede universale la figlia Isabella d’Apia, dopo che fino al 1336 gli era succeduto il figlio Giovanni Iuniore, morto anch’esso. Isabella, nacque probabilmente a Campagna, tra il 1305 e il 1310 e morì il 14 luglio del 1375, dopo essere rimasta già vedova di Adinolfo d’Aquino, conte ereditario di Belcastro, e del cavaliere Drogone di Merloto, sposò Raimondo del Balzo, anch’esso di origini francesi, il quale ebbe cariche rilevanti in seno alla corona degli Angiò, stabilendo legami assai stretti con la regina Giovanna I. Tra i molti titoli di cui venne insignito va sottolineato quello di gran camerlengo del Regno, ovvero comandante dell’esercito imperiale, incarico ricoperto dal 1352 e mantenuto fino alla morte.
Ad Isabella vanno attribuiti grandi meriti legati alla crescita socio-culturale della nostra Città, insieme al consorte, furono artefici di istituzioni di confraternite, nel 1368, grazie al favore della sovrana angioina, promosse l’insediamento dei frati francescani e l’edificazione di un primitivo monastero annesso alla chieda di Santa Maria d’Avigliano e sempre per onorare la memoria del padre, tanto legato a quel posto, oltre che per valorizzarlo al meglio, organizzò una fiera negli ultimi quindici giorni del mese di agosto, da raggiungere tramite pellegrinaggio dall’antico centro abitato, usanza che si è conservata tutt’oggi con l’attuale “Quindicina”.
Ingrandimenti perimetrali e strutturali del Castello Gerione, i quali si potevano evincere grazie ad un potenziamento delle torri di avvistamento e delle “bocche di fuoco”, atte a rafforzare le sue già possenti attitudini difensive.
In ultimo ma non per ultimo, l’edificazione nel 1370 di quello che oggi chiamiamo Palazzo di Città o ex Monastero Agostiniano, primordiale residenza dei coniugi Del Balzo - d’Apia, prima che il signore di Campagna, Ugo Sanseverino, ne promosse lo scambio con i monaci di Sant’Agostino residenti nel quartiere omonimo, desiderosi di avere un convento più ampio visto il gran numero di frati presenti.
Isabella fece costruire accanto al suo palazzo anche una cappella adiacente, intitolata alla SS. Annunziata, la quale con il passare dei secoli diverrà chiesa autonoma di pregevole fattura.
All’epoca della costruzione, il nuovo palazzo risultava essere ubicato fuori le mura, già perché, Campagna fino al XVI secolo era divisa solo in sei casali, almeno quelli principali, ed erano suddivisi in tre a nord e a tre a sud dal Castello Gerione.
A sud c’erano, il primo quartiere dove vi erano le porte d’ingresso alla Città ovvero quello di Zappino, poi la Giudeca, poi la Trinità, oggi Santo Spirito, a nord vi erano il quartiere di Dauli, quello del Gerione e quello di San Paolo, oggi San Bartolomeo, la nobile, come per Avigliano, volle instaurare nell’ampio spazio che si presentava dinanzi alla sua residenza un mercato, motivo perché ancora oggi la zona è chiamata così, per costringere in un certo qual modo gli abitanti del posto a recarsi ed ammirare la loro imponente costruzione.
I coniugi del Balzo-d’Apia, oggi sepolti nella settima cappella di sinistra della basilica di Santa Chiara a Napoli, ebbero quattro figli, purtroppo per loro tutti prematuramente scomparsi, alla loro successione del feudo, ebbero l’istituzione e quindi, indirettamente il grande merito, di assegnare il feudo di Campagna ad uno Orsini, apripista della feudalità della nobile e potente famiglia di Gravina di Puglia a Campagna, la quale porterà, anni più tardi Ferdinando Orsini, quest’ultimo, insieme al nobile campagnese Melchiorre Guerriero, vero protagonista del periodo aureo che vedrà Campagna tra il XV e XIX secolo ad essere una della città più importanti del Sud-Italia.
Testo a cura di Cristian Viglione.
BIBLIOGRAFIA Consultata:
1. SPLENDOR MARMORIS. La cappella Del Balzo nella chiesa di Santa Chiara in Napoli. (2016) DE LUCA EDITORI D'ARTE.
2. E. Catone "Le Signorie Feudali" (XIII-XVI sec.) - Estratto da: Dalla nascita dell'insediamento urbano (sec. XI) all'istituzione della diocesi (1525) a cura di Rubino Luongo.
3. Valentino Izzo - Raccontare Campagna...Le persone illustri. - VOL. A - 2004
4. Valentino Izzo - Raccontare Campagna...Castello Gerione. - VOL. A - 2006