Melchiorre Guerriero
(Campagna, 1468 - Roma, 1525)
Da Giovanni Nicola Guerriero, specializzato in ambito legislativo, e Caterina Pagano, nobildonna salernitana, nasce nel 1468 Melchiorre che, senza dubbio e senza remore, diverrà il campagnese più importante della nostra storia.
A quei tempi le famiglie nobiliari di Campagna, come quella dei Guerriero, traevano profitti da rendite di beni, commercio di materie agricole (olio, farina, vino), utilizzazione dei mulini per il grano, frantoi ed altre attività presenti nell'abitato dell'epoca, come cartiere, ferriere, fornaci per la lavorazione dell'argilla1, tutte con la strabiliante alimentazione idraulica rifornita dai letti dei fiumi Tenza ed Atri.
Il piccolo Melchiorre trascorse a Campagna la sua agiata fanciullezza in tutta serenità, dopodiché fu mandato dal padre a concludere gli studi a Napoli.
Conseguentemente, con l'aiuto del feudatario dell'epoca e amico di famiglia il duca Ferdinando Orsini, si recò a Roma e, dopo poco tempo, entrò a far parte della corte pontificia di Papa Leone X, papa della casata fiorentina De'Medici, secondogenito di Lorenzo e imparentato con gli Orsini, diventando con merito segretario personale. La sua ascesa nello Stato Pontificio è stata sempre dettata dall'impegno e dalla capacità, tanto da riuscire in breve tempo ad acquisire svariate nomine ed incarichi: tra le più prestigiose, sicuramente la nomina di Conte Palatino, Cavaliere Aurato, Cancelliere Apostolico e Maestro dei Brevi Pontifici. Grazie alla sua posizione consolidata, riuscì ad operarsi per una delle cause che più aveva a cuore, ovvero rendere grande il suo paese natio, Campagna.
Melchiorre Guerriero, avvalendosi della sua posizione, creò una solida rete tra la benevolenza papale, l'appoggio risoluto del duca Orsini e la sua famiglia residente a Campagna, tanto che la nostra Città ne trasse enormi vantaggi: riuscì, di fatto, a mettere da parte la cifra sufficiente per innalzare la chiesa di Santa Maria della Giudeca a Collegiata, dando vita ad un lungo processo di trasformazione e benessere. Era il 25 marzo 1514.
Dopo pochi mesi, nel maggio dello stesso anno, il Papa rese esecutiva la bolla “Ego Superne Maiestatis”2 precedentemente emanata; questo fu solo il primo atto del piano che aveva in mente. Nel corso di tutta la vicenda si dimostrò molto abile in rapporti e diplomazia, tanto da smuovere l'intero nucleo nobile cittadino affinché tutti remassero nella stessa direzione per raggiungere il suo vero ed unico scopo: Campagna centro nevralgico del Mezzogiorno d'Italia.
Per ottenere questa meta ambiziosa, capì fin da subito che la città, così come si presentava, non aveva le credenziali giuste e che occorreva uno status ancora più elevato, di maggiore sviluppo sia urbano che strutturale.
Diverse azioni tese a migliorare furano messe in atto: nel mese di giugno del 1514, precisamente il 30, nel palazzo Ducale della famiglia Orsini, situato nel quartiere di Sant'Agostino, venne suggellata l'assegnazione all' Università Civica la “Difesa Romanella”, con l'unico scopo di aumentare la rendita della collegiata e quindi aumentare il prestigio, compiendo un altro passo importante da parte del Guerriero affinché si potesse rendere plausibile la tanto ambita Diocesi. Il 23 ottobre del 1516 si interessò dell'affidamento del santuario di Santa Maria La Nova ai Minimi di San Francesco da Paola, riparando e ristrutturando il santuario partecipando economicamente alla realizzazione.
Una volta raggiunto lo scopo dell'ufficializzazione della collegiata, e dopo aver contribuito sensibilmente agli sviluppi che si videro in quei quattro anni, nel 1518, intuendo i primi segni tangibili di condizioni propizie, chiese al Papa di poter concedere a Campagna il fregio di poter usufruire del titolo di Città facendo leva sulle vecchie glorie della “Civitas Campaniae”. Leone X, nel marzo di quell'anno lo favorì e il 12 aprile 1518 tramite la bolla “Pro Excellenti Praeminentia” si ebbe il conferimento ufficiale. Ma le fortune non si limitarono solo a questo importantissimo evento.
Nello stesso tempo e con lo stesso atto, concesse anche il permesso dell'istituzione dello Studio Generale, un'odierna accademia collocata nel convento domenicano di San Bartolomeo; lo stesso Melchiorre prese parte attiva negli insegnamenti in svariate discipline insieme ad altri illustri concittadini, come Niccolò De Nigris, Marco Fileta Filiuli e Giulio Cesare Capaccio.
L'amore spropositato che nutriva per la sua terra è testimoniato ulteriormente quando invitò qui a Campagna Giulio Pippi, al secolo Giulio Romano, architetto d'eccellenza e primo allievo della bottega d'arte di Raffaello Sanzio, per ridisegnare l'urbanistica necessaria per lo sviluppo dellaCittà, oltre che per dare nuovo lustro allo status importante appena raggiunto.
Romano soggiornò a Campagna presso la casata dei Guerriero dal 1518 al 1525.
Prima di continuare in questa mia narrazione di un grande uomo, voglio un attimo soffermarmi e condividere con voi una riflessione: tutto ciò che vi ho scritto è grandioso, qualcosa che - parliamoci chiaro - non si potrà ripetere più, però vi invito a cogliere bene il seguente aspetto:
Ha realizzato il tutto mentre stava a Roma, alle dirette dipendenze di uno degli uomini più potenti dell'allora mondo conosciuto, tra gli agi e il benessere, i quali non hai mai scalfito l'anima del campagnese, non lo hanno mai distratto e mai distorto dal suo vero amore per la sua Campagna. Io lo trovo meraviglioso e, se pensate che tutto ciò l'aveva appagato, cadrete in errore!
Infatti l'intraprendente conte palatino non si fermò e nel 1525 fece interpellanza a Clemente VII, nipote di Lorenzo il Magnifico, succeduto nel 1523 a Leone X, di instituire la diocesi a Campagna, approfittando dello stato di decadimento di quella di Satriano. Il 13 luglio dello stesso anno, anche questo Papa acconsentì alle sue richieste e per Campagna iniziò un nuovo futuro, florido, imponente, rilevante.
Tramite la “Pro Excellenti Praeminentia, Sedis Apostolicae ad Perpetuam Rei Memoriae” venne innalzata da collegiata a cattedrale la chiesa di Santa Maria della Pace, istituendo anche la tanta agognata sede vescovile. Ad onor del vero c'è da fare una precisazione importante: Melchiorre Guerriero usò anche dei metodi “poco ortodossi” affinché tutto si compisse. In realtà “fece credere” al Santo Padre sia che la chiesa fu di nuova costruzione e non precedentemente ristrutturata ed abbellita, sia che Campagna, secoli addietro, già fu sede di diocesi, ma i documenti presentati furono di dubbia interpretazione soprattutto per ciò che concerne una presunta vecchia diocesi presente in località di Sant'Angelo di Furano. Ora, non so precisamente come andò, ma so di sicuro che il Guerriero riuscì nel suo intento e nella sua missione.
Fu nominato primo vescovo Cherubino Caetani, nel frattempo rimasto senza cattedrale per l'opera di distruzione di essa nel 1450. Per concludere, non solo fece istituire la diocesi, la fece diventare cittadina e addirittura “importò” il vescovo, diventando così, Monsignor Caitani, il primo Pastore originario della nascente diocesi cittadina.
Il fiume in piena del lavoro di accrescimento non si fermò. Nei mesi seguenti lavorò per annettere Acerno alla diocesi con il chiaro intento di renderla autonoma ed indipendente; purtroppo il ritmo serrato di donazione d'amore si interruppe il 21 settembre 1525, quando all'improvviso fu colto da malore e morì. A 57 anni lasciò sua moglie, Giustina Calandra, senza eredi e fu sepolto nella chiesa di Trinità dei Monti in Roma, nella cappella gentilizia della Famiglia Orsini, curata dai Francescani e dai Paolotti da lui sempre protetti.
Ma la grandezza di quest'uomo non si esaurì nemmeno con il pio transito. All'apertura del testamento, ebbene si, Melchiorre Guerriero continuò a prendersi cura di Campagna: destinò 2000 ducati, una cifra enorme per quell'epoca, per l'edificazione di un monastero femminile dell'ordine benedettino, indicando il quartiere di Zappino come sito per l'edificazione (probabilmente per la vicinanza all'ordine del Santo Patrono Sant'Antonino). Purtroppo, essendo già saturo e non disponibile di tale spazio, il vescovo Caetani dispose l'edificazione nel nascente quartiere di Casalnuovo, esaudendo il suo desiderio. Per ottimizzare tempo e danaro si pensò bene di unirlo all'antica chiesa della SS. Trinità. Il 17 aprile 15443, l'alto prelato fondò il convento di Santo Spirito.
Questa è la storia di uomo dall'alta fibra morale e con un cuore grande, dotato di un acume senza eguali, di uomo che non ha scordato nemmeno per un attimo le sue origini, nonostante Roma, nonostante frequentasse gli ambienti più esclusivi di quell'epoca, il suo amor di patria ha forgiato per sempre - e in meglio - l'aspetto, l'economia, la cultura e la società della nostraCittà creando i presupposti per intraprendere il periodo più florido che Campagna ha vissuto fino ad oggi, per una continua crescita ed espansione durata nei secoli seguenti.
Da campagnese, vi dico, ho il cuore colmo di gratitudine per la gran parte dei beni che possediamo e colmo dell'orgoglio campagnese che ci ha trasmesso di generazione in generazione. È solo grazie a Lui che Siamo quel che Siamo, che Campagna rimarrà per sempre punto focale della Regione Campania.
È stato un vero onore essersi spesi per diversi anni per riportare alla luce il suo volto, in quella sera dell'11 dicembre 2020; un atto dovuto di profonda stima e benevolenza perché tutti devono ammirare l'effigie di chi ci ha consegnati alla storia e ringraziare come ora io faccio.
Grazie di vero cuore, Melchiorre.
Testo a cura di Cristian Viglione.
Revisioni: Francesco Pezzuti.
BIBLIOGRAFIA:
1. Valentino Izzo - Raccontare Campagna...Le persone illustri. - VOL. P - 2005
2. Valentino Izzo - Raccontare Campagna...Le persone illustri. - VOL. P - 2005
3. Valentino Izzo - Raccontare Campagna...Le persone illustri. - VOL. P - 2005
Dopo pochi mesi, nel maggio dello stesso anno, il Papa rese esecutiva la bolla “Ego Superne Maiestatis”2 precedentemente emanata; questo fu solo il primo atto del piano che aveva in mente. Nel corso di tutta la vicenda si dimostrò molto abile in rapporti e diplomazia, tanto da smuovere l'intero nucleo nobile cittadino affinché tutti remassero nella stessa direzione per raggiungere il suo vero ed unico scopo: Campagna centro nevralgico del Mezzogiorno d'Italia.
Per ottenere questa meta ambiziosa, capì fin da subito che la città, così come si presentava, non aveva le credenziali giuste e che occorreva uno status ancora più elevato, di maggiore sviluppo sia urbano che strutturale.
Diverse azioni tese a migliorare furano messe in atto: nel mese di giugno del 1514, precisamente il 30, nel palazzo Ducale della famiglia Orsini, situato nel quartiere di Sant'Agostino, venne suggellata l'assegnazione all' Università Civica la “Difesa Romanella”, con l'unico scopo di aumentare la rendita della collegiata e quindi aumentare il prestigio, compiendo un altro passo importante da parte del Guerriero affinché si potesse rendere plausibile la tanto ambita Diocesi. Il 23 ottobre del 1516 si interessò dell'affidamento del santuario di Santa Maria La Nova ai Minimi di San Francesco da Paola, riparando e ristrutturando il santuario partecipando economicamente alla realizzazione.
Una volta raggiunto lo scopo dell'ufficializzazione della collegiata, e dopo aver contribuito sensibilmente agli sviluppi che si videro in quei quattro anni, nel 1518, intuendo i primi segni tangibili di condizioni propizie, chiese al Papa di poter concedere a Campagna il fregio di poter usufruire del titolo di Città facendo leva sulle vecchie glorie della “Civitas Campaniae”. Leone X, nel marzo di quell'anno lo favorì e il 12 aprile 1518 tramite la bolla “Pro Excellenti Praeminentia” si ebbe il conferimento ufficiale. Ma le fortune non si limitarono solo a questo importantissimo evento.
Nello stesso tempo e con lo stesso atto, concesse anche il permesso dell'istituzione dello Studio Generale, un'odierna accademia collocata nel convento domenicano di San Bartolomeo; lo stesso Melchiorre prese parte attiva negli insegnamenti in svariate discipline insieme ad altri illustri concittadini, come Niccolò De Nigris, Marco Fileta Filiuli e Giulio Cesare Capaccio.
L'amore spropositato che nutriva per la sua terra è testimoniato ulteriormente quando invitò qui a Campagna Giulio Pippi, al secolo Giulio Romano, architetto d'eccellenza e primo allievo della bottega d'arte di Raffaello Sanzio, per ridisegnare l'urbanistica necessaria per lo sviluppo dellaCittà, oltre che per dare nuovo lustro allo status importante appena raggiunto.
Romano soggiornò a Campagna presso la casata dei Guerriero dal 1518 al 1525.
Prima di continuare in questa mia narrazione di un grande uomo, voglio un attimo soffermarmi e condividere con voi una riflessione: tutto ciò che vi ho scritto è grandioso, qualcosa che - parliamoci chiaro - non si potrà ripetere più, però vi invito a cogliere bene il seguente aspetto:
Ha realizzato il tutto mentre stava a Roma, alle dirette dipendenze di uno degli uomini più potenti dell'allora mondo conosciuto, tra gli agi e il benessere, i quali non hai mai scalfito l'anima del campagnese, non lo hanno mai distratto e mai distorto dal suo vero amore per la sua Campagna. Io lo trovo meraviglioso e, se pensate che tutto ciò l'aveva appagato, cadrete in errore!
Infatti l'intraprendente conte palatino non si fermò e nel 1525 fece interpellanza a Clemente VII, nipote di Lorenzo il Magnifico, succeduto nel 1523 a Leone X, di instituire la diocesi a Campagna, approfittando dello stato di decadimento di quella di Satriano. Il 13 luglio dello stesso anno, anche questo Papa acconsentì alle sue richieste e per Campagna iniziò un nuovo futuro, florido, imponente, rilevante.
Tramite la “Pro Excellenti Praeminentia, Sedis Apostolicae ad Perpetuam Rei Memoriae” venne innalzata da collegiata a cattedrale la chiesa di Santa Maria della Pace, istituendo anche la tanta agognata sede vescovile. Ad onor del vero c'è da fare una precisazione importante: Melchiorre Guerriero usò anche dei metodi “poco ortodossi” affinché tutto si compisse. In realtà “fece credere” al Santo Padre sia che la chiesa fu di nuova costruzione e non precedentemente ristrutturata ed abbellita, sia che Campagna, secoli addietro, già fu sede di diocesi, ma i documenti presentati furono di dubbia interpretazione soprattutto per ciò che concerne una presunta vecchia diocesi presente in località di Sant'Angelo di Furano. Ora, non so precisamente come andò, ma so di sicuro che il Guerriero riuscì nel suo intento e nella sua missione.
Fu nominato primo vescovo Cherubino Caetani, nel frattempo rimasto senza cattedrale per l'opera di distruzione di essa nel 1450. Per concludere, non solo fece istituire la diocesi, la fece diventare cittadina e addirittura “importò” il vescovo, diventando così, Monsignor Caitani, il primo Pastore originario della nascente diocesi cittadina.
Il fiume in piena del lavoro di accrescimento non si fermò. Nei mesi seguenti lavorò per annettere Acerno alla diocesi con il chiaro intento di renderla autonoma ed indipendente; purtroppo il ritmo serrato di donazione d'amore si interruppe il 21 settembre 1525, quando all'improvviso fu colto da malore e morì. A 57 anni lasciò sua moglie, Giustina Calandra, senza eredi e fu sepolto nella chiesa di Trinità dei Monti in Roma, nella cappella gentilizia della Famiglia Orsini, curata dai Francescani e dai Paolotti da lui sempre protetti.
Ma la grandezza di quest'uomo non si esaurì nemmeno con il pio transito. All'apertura del testamento, ebbene si, Melchiorre Guerriero continuò a prendersi cura di Campagna: destinò 2000 ducati, una cifra enorme per quell'epoca, per l'edificazione di un monastero femminile dell'ordine benedettino, indicando il quartiere di Zappino come sito per l'edificazione (probabilmente per la vicinanza all'ordine del Santo Patrono Sant'Antonino). Purtroppo, essendo già saturo e non disponibile di tale spazio, il vescovo Caetani dispose l'edificazione nel nascente quartiere di Casalnuovo, esaudendo il suo desiderio. Per ottimizzare tempo e danaro si pensò bene di unirlo all'antica chiesa della SS. Trinità. Il 17 aprile 15443, l'alto prelato fondò il convento di Santo Spirito.
Questa è la storia di uomo dall'alta fibra morale e con un cuore grande, dotato di un acume senza eguali, di uomo che non ha scordato nemmeno per un attimo le sue origini, nonostante Roma, nonostante frequentasse gli ambienti più esclusivi di quell'epoca, il suo amor di patria ha forgiato per sempre - e in meglio - l'aspetto, l'economia, la cultura e la società della nostraCittà creando i presupposti per intraprendere il periodo più florido che Campagna ha vissuto fino ad oggi, per una continua crescita ed espansione durata nei secoli seguenti.
Da campagnese, vi dico, ho il cuore colmo di gratitudine per la gran parte dei beni che possediamo e colmo dell'orgoglio campagnese che ci ha trasmesso di generazione in generazione. È solo grazie a Lui che Siamo quel che Siamo, che Campagna rimarrà per sempre punto focale della Regione Campania.
È stato un vero onore essersi spesi per diversi anni per riportare alla luce il suo volto, in quella sera dell'11 dicembre 2020; un atto dovuto di profonda stima e benevolenza perché tutti devono ammirare l'effigie di chi ci ha consegnati alla storia e ringraziare come ora io faccio.
Grazie di vero cuore, Melchiorre.
Testo a cura di Cristian Viglione.
Revisioni: Francesco Pezzuti.
BIBLIOGRAFIA:
1. Valentino Izzo - Raccontare Campagna...Le persone illustri. - VOL. P - 2005
2. Valentino Izzo - Raccontare Campagna...Le persone illustri. - VOL. P - 2005
3. Valentino Izzo - Raccontare Campagna...Le persone illustri. - VOL. P - 2005