L'ex Seminario.

La storia dell'imponente struttura dell'ex Seminario con l'annessa chiesa di S. Spirito inizia, anche se in maniera indiretta, a seguito delle disposizioni approvate nel Concilio di Trento del 1545. In origine sede del monastero delle Clarisse, pensato per ospitare le giovani donne campagnesi che sceglievano la vita monastica, successivamente fu adibito a monastero dalle suore Benedettine di Clausura.
L'edificio è stato l'ultimo “regalo” del nostro grande concittadino Melchiorre Guerriero alla Città di Campagna: si pensi che nel suo testamento, redatto nel 1525, egli destinò un lascito di duemila ducati, cifra enorme per l’epoca, per l'edificazione di un nuovo convento. All'inizio fu scelto il quartiere di Zappino come zona preposta per l’edificazione - così come dettava il volere del Guerriero - ma visto la saturazione edilizia del posto, il neo vescovo della nascente diocesi di Campagna, mons. Cherubino Caetani, per rispettare il volere del magnanimo Melchiorre scelse il quartiere della Trinità per l'inizio dei lavori.
Grandi uomini del passato hanno contribuito alla grande opera; uno di questi fu sicuramente il mons. Francesco Saverio Fontana. Nel 1721, l'allora confraternita del SS. Sacramento, venuta a conoscenza delle risolute volontà del vescovo di instituire un Seminario anche a Campagna, si attivò per prima contribuendo con ben 917 ducati. Tale azione smosse, evidentemente, anche la soppressa confraternita di San Giovanni insieme alle presenti ancora oggi confraternite della Madonna del Rosario, della Madonna delle Neve, Madonna del Soccorso e Monte dei Morti. Quest'ultima si contraddistinse in maniera particolare sborsando l’incredibile cifra di 2194 ducati 1.
Dopo un anno, precisamente il 21 dicembre del 1722, si ebbe la bolla di erezione da parte dell'alto prelato campagnese in accordo con il Sindaco e gli eletti della città e furono istituite fin da subito le cattedre di italiano, latino, greco, ebraico, oltre a quelle di scienze filosofiche, matematiche e teologiche. Nonostante i progressi e le varie personalità di assoluto spessore chiamate a farne parte come il rinomato Giovanni Rizzo, futuro rettore del Seminario2, si dovette ben presto fare i conti con le prime problematiche: infatti, la sede inizialmente non era quella che oggi tutti conosciamo nel quartiere omonimo ma fu collocato nelle vicinanze della Cattedrale di Santa Maria della Pace sotto il dirupo dell'allora Convento della Maddalena.
Questa non rispecchiava i canoni standard minimi di aule studio, risultando spesse volte umida e soggetta a muffe, fattori che la rendevano inadeguata alle esigenza dei seminaristi. Nemmeno la fondazione dell'Ente Seminario del 1723 risultò risolutiva e, malgrado l'impegno profuso del vescovo Fontana nel reperire fondi e locali adeguati, si verificò inevitabilmente un rallentamento generale della sua piena messa in funzione. Nel 1725, malgrado tutte le perplessità appena elencate, Fontana decise comunque di aprire il Seminario ma questo nemmeno bastò.
La caparbietà dell'alto prelato non poteva far fronte agli evidenti ed invalidanti problemi che non permettevano un corretto ciclo di studi. Per un regolare svolgimento delle attività previste bisognerà aspettare l'anno scolastico 1737/38. A questo punto della storia (1750), esordisce un altro assoluto protagonista, mons. Angelo Anzani il quale, una volta succeduto a mons. Fontana, fu il primo ad intravedere quella che si rivelerà una scelta vincente: dislocare il Seminario in parte degli ambienti del monastero delle benedettine di clausura, considerato troppo grande per le reali necessità delle suore, ubicato nel medievale quartiere della Trinità (oggi quartiere del Seminario appunto).
Anzani, come detto, fu determinante per il suo reale sviluppo ed ampliamento: pensò bene di istituire una biblioteca la quale per quantità e qualità di libri, grazie anche ai pionieri dei secoli scorsi come Fileta-Filiuli, De Nigris e Caramuel, diverrà seconda solo a quella presente nell'abbazia della SS. Trinità di Cava de' Tirreni.
Gli sforzi profusi e le attività del vescovo diedero fin da subito i risultati sperati. In una relazione “ad limina” del 1762 inviata a Roma, Anzani scrisse ed illustrò i progressi ottenuti elogiando, soprattutto, la biblioteca. Mons. Ferri successe Anzani e subito si scontrò con quella che potremmo definire il peggior nemico dello stabile, l'incuria umana, trovandosi costretto a riscrivere Roma per motivi tutt'altro che positivi: preoccupato per lo stato in cui si trovava lo stabile, ma sopratutto i libri, denunciò i soliti motivi di umidità e muffa che minavano la loro integrità.
Una svolta si ebbe quando il vescovo Lupoli, il 6 novembre del 1816 su sua richiesta, ricevette decreto reale di assegnazione del soppresso monastero di Santo Spirito alla diocesi per potervi ospitare il Seminario 3. Nel 1827, dopo essersi fatto promotore dell'intera sistemazione dell'edificio, alla fine del lavori ordinò l'intero trasferimento del Seminario dall'antico fabbricato al monastero di Santo Spirito.
Da quel momento in poi numerosi lavori di ampliamento e abbellimenti furono messi un essere, come quelli voluti da mons. Pellini del 1834, il quale volle far costruire una scalinata al centro dell'atrio interno al seminario, che diventerà celebre per motivi che vi racconteremo in appresso. Purtroppo però i suoi periodi agiati furono sempre intervallati da bruschi stop, come quando fu emanato la legge di confisca dei beni religiosi del 19 maggio del 18554; a causa di questo il Seminario rimase chiuso per un lungo periodo, dal 1857 al 1869, sopratutto per le mancate rendite anch'esse confiscate.
Altro passo infausto per le sorti della struttura fu quando Garibaldi, nel settembre del 1860, approda nel Sud-Italia decretando la soppressione dei beni religiosi, incamerando così possedimenti che negli anni avevano beneficiato anche grazie alla Reale Casa di Borbone. Il tutto fece si che che la struttura venne cambiata nel suo utilizzo, diventando di uso militare nella lotta ai Briganti. Esempio su tutti fu la presenza di bersaglieri al suo interno dal periodo che va dal 1860 al 1863. Tutto questo soprassedere alla cura del luogo, oltre alle vicende appena citate, va annoverato l'ennesima assenza di un vescovo al suo interno che potesse quantomeno opporsi alle “violenze” che dovette subire la struttura e, in aggiunta come se non bastasse, ci fu anche l'incameramento dei beni e delle rendite da parte dello neonato Stato, determinando così la sostanziale soppressione e la grave crisi economica che segnò in negativo quegli anni e la successiva ripresa. Nel 1869, dopo molti sforzi, il neo vescovo De Luca riuscì a spuntarla facendo sì che per l'anno 1869/70 il Seminario riaprisse le porte ma, come detto, non fu facile ripartire.
Il Capitolo fece appello al vescovo Nappi il 19 settembre 1895 5, preoccupato per la carenza di alunni (solo 6 unità, il minimo storico) allora presenti. La vera ripresa si ebbe dal 1915 dopo che il Ministero della Guerra e i soldati destinati alla guerra libica avevano occupato l'edificio per lungo tempo (nonostante la presenza di un vescovo al suo interno): si verificò quella che possiamo definire tranquillamente la ripartenza definitiva, seppure tra mille e più difficoltà.
L'edificio iniziò a trovare un po' di pace dopo secoli di storia travagliata quando un altro grandissimo personaggio si insediò alla guida della nostra diocesi, mons. Carmine Cesarano. Il vescovo, arrivato a Campagna il 30 settembre 1918, fin da subito capì l'importanza del Seminario, e si attivò immediatamente per ripristinarlo in maniera definitiva ed ampliarlo nel suo utilizzo, organizzando finanche una lotteria pro-seminario.
Lavorò senza sosta fino a quando, il 25 ottobre del 1922, si inaugurò ufficialmente la struttura. Anni fiorenti si palesarono da li in poi, come quando nel 1927 celebrando il centenario dalla sua fondazione fu adibito anche a sede del Sinodo Diocesano.
Sempre in quell'anno si raggiunse il massimo storico di seminaristi ivi presente, ovvero 80 unità, oltre al fatto che si ebbero anche la sistemazione dei suoi spazi, abbellendoli e arredandoli e valorizzando ulteriormente la biblioteca. L'ultimo grande vescovo ospitato dalla grande struttura fu mons. Giuseppe Maria Palatucci.
Celebre la foto con il nipote Giovanni Palatucci, questore di Fiume, sulle scale dell'atrio del Seminario mentre erano impegnati a pianificare piani di salvezza per i perseguitati internati nell'ex convento domenicano di San Bartolomeo. Mons. Palatucci utilizzò anche l'allora legnaia della struttura, oggi Ipogeo dell'ex monastero delle benedettine di clausura, come nascondiglio contro le ispezioni tedesche di quegli anni.

La chiesa.

La storia della chiesa del Santo Spirito in realtà si intreccia con l'abbattimento della chiesa medievale della SS. Trinità, quest'ultima di origini antichissime, costruita nel 1095 grazie alla donazione dell'allora visconte di Campagna Da Sicone. Rappresentava uno dei punti di forza e sviluppo dell'antico abitato del basso medioevo.
Campagna, almeno fino al XVI secolo, si strutturava con 3 casali ai piedi del Castello Gerione e altri che si sviluppavano al ridosso del maniero stesso. La chiesa della Trinità per secoli è stata punto di riferimento del nascente quartiere “Casalnuovo” ma purtroppo per essa ha sempre dovuto fare i conti con la morfologia del posto.
L'attuale quartiere del Seminario fin dagli albori ha sempre mostrato una grossa presenza di falde acquifere nel sottosuolo, motivo per cui le strutture, compresa la vecchia chiesa - che tra l'altro vide anche il battesimo di Giulio Cesare Capaccio - ha sempre dovuto cercare di rimediare ai danni strutturali che esse procuravano.
La sua fine fu dettata proprio da questo fattore, nonostante i vari lavori di drenaggio e recupero provati dai vari vescovi che amministravano la diocesi campagnese. Uno su tutti fu Anzani che nel 1750 provò invano a cercare di salvare la struttura con dei lavori specifici per fare defluire meglio le acque; purtroppo una volta accurato la loro inutilità, due anni dopo, il 16 aprile del 1752 ordinò la demolizione del sacro ed antico tempio. I lavori per la nuova chiesa iniziarono tre anni più tardi: la prima pietra si posò nel 1755 ma fin da subito ci furono dei rallentamenti sull'avanzare dei lavori legati ai dei dubbi sugli stessi, se non per il fatto che all'inizio era stata concepita al posto della pre-esistente. Per questo motivo e per non cadere di nuovo nell'annosa questione delle infiltrazioni, nel 1760 si sospesero i lavori per decidere tramite apposita commissione, il luogo definitivo. Dopo aver provato a costruirla dove una volta sorgeva l'ospizio della Trinità 6, si decise di annetterla al monastero delle benedettine di clausura di Santo Spirito. Il 6 giugno dello stesso anno, il vescovo Ferri subentrato ad Anzani (scomparso due anni prima) consacrò la chiesa, ultimata anche negli abbellimenti e nelle decorazioni, intitolandola anche essa al Santo Spirito. La nuova chiesa da un punto di vista progettuale portava la firma del vescovo Anzani in persona, mentre l'estetica fu affidata al già noto artista Giuseppe Astarita.
La chiesa a tutt'oggi si presenta con una facciata rustica in stile barocca, adornata con stucchi e abbellimenti di pregevole fattura, culmina in lesena a colonna e con la presenza di altari monumentali. Di assoluta importanza al suo interno sono le reliquie di San Liberato martire, posto sotto l'altare maggiore e la presenza della Madonna della Cintura, protettrice della confraternita omonima che ha sede al suo interno.

Testo a cura di Cristian Viglione.
Revisioni: Francesco Pezzuti.


BIBLIOGRAFIA:
1. Valentino Izzo - Raccontare Campagna...Le fabbriche religiose. - VOL. M - pag. 213 - anno 2006
2. Valentino Izzo - Raccontare Campagna...Le fabbriche religiose. - VOL. M - pag. 212 - anno 2006
3. Valentino Izzo - Raccontare Campagna...Le fabbriche religiose. - VOL. M - pag. 214 - anno 2006
4. Valentino Izzo - Raccontare Campagna...Le fabbriche religiose. - VOL. M - pag. 215 - anno 2006
5. Valentino Izzo - Raccontare Campagna...Le fabbriche religiose. - VOL. M - pag. 216 - anno 2006
6. Valentino Izzo - Raccontare Campagna...Le fabbriche religiose. - VOL. M - pag. 216 - anno 2006

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Trailer dell'ottavo episodio del format "Piacere, Campagna." riguardante la strtutura e la chiesa.


 

 

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