Monastero dei Francescani Minori della Concezione.

La storia del monastero inizia il 2 aprile del 1594, quando l'arcivescovo della nostra diocesi, Mons. Guarnieri, gettò formalmente la prima pietra dando inizio ai lavori di edificazione.
La scelta del luogo fu concepita probabilmente per due motivazioni, la prima, per rispettare il regolamento monastico, ovvero che l'edificazione si doveva trovare al di fuori del nucleo abitativo, la seconda per la congiunzione stradale che tutt'ora lo lega con il Santuario della Madonna d'Avigliano, per la costruzione del primitivo cenobio, fu scelto di costruirlo attorno alla già presente cappella dedicata a Sant'Antonio. La nuova struttura fu dedicata alla Vergine Immacolata, nota in seguito come Immacolata Concezione (motivo per cui ancora oggi quella zone è denominata “Concezione”).
Dopo giusto un anno, il nuovo complesso religioso fu affidato all'ordine dei monaci francescani Minori, sebbene i lavori non erano ancora completati, lavori che ebbero come data di completamento intorno al 1616.
La struttura fin da subito dovette fare i conti con il suo nemico più insidioso, la morfologia del terreno sottostante, infatti, ancora oggi quel terreno è molto “scivoloso”, in quanto tende a slittare in avanti, essendo di altamente franabile, fattore che sempre ha minato le fondamenta, compromettendone la staticità.
Dopo la prima soppressione napoleonica del 1807, una parte della struttura venne adibita a caserma dei gendarmi, ciò rappresentò l'inizio della dissipazione della corposa biblioteca esistente, scelleratezza causata alla scriteriarità dei taluni individui o anche dai militare ivi presenti, i quali, in disprezzo dell'enorme importanza storica dei testi, usarono gli stessi addirittura per accendere il fuoco per scaldarsi dai rigidi inverni.
Agli inizi del 1818 i militari chiesero di essere trasferiti dal convento verso il seminario, dapprima per la precarietà del terreno, ma anche perché avevano esaurito probabilmente le scorti materiali in esso contenute, così scrissero una missiva al vescovo Lupoli, il quale si oppose strenuamente, in quanto l'alto prelato era seriamente intenzionato ad aprire ed adibire lo stesso alle funzioni esclusivamente ecclesiali. Ma, allo stesso tempo, constatata l'alta pericolosità geologica denunciata, si decise di erigere un muro di sostentamento alto 10m., atto a contrastare lo smottamento del terreno, operazione che però non sortì gli effetti sperati, tanto che lo stesso Lupoli, otto anni più tardi, in una sua visita nel 1826, constatò ancora una volta la precarietà del terreno.
Agli inizi del 1854, Mons. De Luca, giacché sollecitato dal custode del Sacro Tempio, si impegnò a sue spese per rifare la pavimentazione della chiesa, abbellendo gli altari di San Vito e San Diego, oltre a dotare la chiesa di una terza campana, un nuovo organo, insieme ad un grosso lampadario rimasto in essere fino agli anni '50.
L'8 dicembre del 1854 nella basilica di San Pietro in Roma fu promulgato il Dogma della Immacolata Concezione, nello stesso istante, a Campagna, nella Cattedrale, venne annunciata la Verità Rivelata alla presenza di migliaia di fedeli. I forti temporali del 10 settembre del 1888 resero necessari lavori di ristrutturazioni del tetto della struttura, nel 1897 invece, la confraternita del Sacro Terz'Ordine della Concezione, fece eseguire migliorie al suo oratorio, ubicato all'interno della chiesa, dando mandato all'artista Giuseppe Carretta di realizzare l'altare in marmo di Carrara dedicato a San Francesco.
Nel 1907 invece si realizzò la nuova scalinata che dalla strada sottostante conduceva alla chiesa, la stessa si dimostrò molto utile nel biennio 1911-1912 durante la guerra italo-turca, allorchè la struttura venne utilizzata come caserma, polveriera e in parte come reclusorio.
La stessa che durante la Prima Guerra Mondiale venne adibita anche come raccolta di prigionieri.
Stessa sorte gli toccò durante il Secondo Conflitto, infatti, seppur per un breve periodo, funzionò come campo di internamento ebreo e di perseguitati politici dopo la diramazione delle Leggi Razziali, unendosi così altro campo campagnese nell'ex convento domenicano di San Bartolomeo, oggi Museo della Memoria e della Pace, accolse da principio i primi prigionieri arrivati nel giugno del 1940, però, a causa dei soliti problemi strutturali furono spostati tutti nell'altro campo.
La chiesa continuerà a funzionare fino agli anni '60 del 1900 nonostante il monastero non era più in uso da molti anni, anche per colpa dei bombardamenti subiti per mano delle forze anglo-americane il 17 settembre del 1943.
La fine sostanziale di questo luogo importante nella storia di Campagna si iniziò a decretare il giorno 23 maggio del 1962, quando una preoccupante relazione fu trascritta dagli organi competenti dell'Ufficio Geologico dello Stato e dal Genio Civile, i quali evinsero in maniera definitiva la latente stabilità del terreno, la quale non consentiva la ristrutturazione del posto e, questo passaggio segnò indelebilmente la condanna definitiva. Il tutto segnò un'epoca di abbandono, segnato dal pio transito del suo difensore più importante, Mons. Giuseppe Maria Palatucci, indubbiamente legato a doppio file a quel posto.
Nel 1987, puntuale, inesorabile, giunse la morte annunciata del monastero della Concezione. In una notte triste per la storia di Campagna, si verificò il crollo del muro eretto nel 1818, invadendo la strada sottostante che solo per miracolo non causo danni a persone o cose, in quella stessa notte, oltre al muro, finì di crollare ciò che di intatto era rimasto. Oggi la struttura, dopo lavori di riqualificazione e ristrutturazione, è adibita come centro di aggregazione sociale, immerso tra gli ultimi e malinconici ruderi della chiesa e del monastero.

Testo a cura di Cristian Viglione.

BIBLIOGRAFIA CONSULTATA:
1. Valentino Izzo - Raccontare Campagna...Le fabbriche religiose. - VOL. M - pag. 213 - anno 2004

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